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Lo stress, ormai si sa, ha un ruolo non trascurabile nel favorire la comparsa di molte malattie, tra cui psoriasi, dermatiti, alopecia e calvizie.

Se poi alla tensione e alla frenesia quotidiane aggiungiamo una bella dose di disoccupazione – condizione piuttosto diffusa in questo particolare momento storico – non c’è da stupirsi se le patologie cutanee di origine autoimmune, prima tra tutte la calvizie, risultano in progressivo aumento. A confermarlo, un recente studio dell’International Hair Research Foundation (IHRF), che ha analizzato gli effetti della crisi economica – e della mancanza o perdita di lavoro – sulle nostre teste.

La ricerca, a cui hanno collaborato un centinaio di dermatologi, ha preso in esame dall’inizio dell’anno un campione di oltre 600 adulti (62%donne e 38% uomini tra i 35 e i 58 anni) che hanno perso il lavoro. Nel 6% (rispetto al 2% di media normale) dei soggetti è comparsa l’alopecia areata; nel 47% dei casi (contro il normale 20%) si è verificata una caduta importante e cronica dei capelli; hanno presentato dermatite seborroica e psoriasi il 18% dei pazienti (rispetto al 2-3% di media) e prurito diffuso il 34% (media 3%); infine, con incidenza inferiore, si sono palesate molte altre patologie cutanee riconducibili allo stress.

Ovvio che in molti casi si tratta di patologie preesistenti, ma certamente il disagio psicologico si ripercuote sulla salute dell’organismo, a partire proprio, ad esempio, dalla diminuzione del senso di fame, che riduce l’apporto di sostanze nutritive indispensabili al buon funzionamento del nostro fisico.

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